“Sulla gestazione per altri Meloni ci ripensi: non poter diventare madri è una malattia”

Un appello alla premier Meloni: ripensi ai divieti sulla gestazione per altri per motivazioni mediche, perché la gestazione per altri è in molti casi l’unica possibilità di avere un figlio per donne che nascono senza utero o con patologie che impediscono una gravidanza tout court. Perché non poter diventari madri è una malattia. Parla Antonio Pellicer, settantenne fondatore e presidente dello spagnolo Ivi, l’Instituto Valenciano de Infertilidad, uno dei più grandi gruppi al mondo che si occupa di Medicina della Riproduzione. Oggi Pellicer, ginecologo di fama e grande padre della procreazione assistita, ha scelto di vivere e lavorare a Roma, dove Ivi ha una sua sede da marzo 2021. Ma il gruppo ha poi centri in tutta Europa, nell’America del sud e negli Stati Uniti. Andavano in Spagna le coppie italiane quando ancora erano in piedi tutti i paletti della Legge 40. Man mano che i divieti sono caduti, l’esodo sanitario è diminuito. E gli specialisti italiani hanno cominciato ad effettuare tecniche prima proibite, come la fecondazione eterologa, in cui cioè spermatozoi oppure ovociti sono donati da persone esterne alla coppia.
Ma al congresso europeo Eshre in corso a Parigi, circa diecimila esperti in Medicina della Riproduzione da 138 Paesi del mondo, non si parla solo di avanzamenti delle tecniche ma anche di etica, perché forse nessun altro campo della Medicina pone anche problemi etici come la procreazione assistita, le regole per l’accesso alle tecniche e la maternità surrogata o gestazione per altri. O ancora – con una brutta definizione – utero in affitto. Ma non solo.
"In Italia ci sono ancora alcune proibizioni – continua il professore – come il divieto di accesso alla Pma da parte delle donne single, cosa che considero una vergogna. E penso anche che gli embrioni non utilizzati dalle coppie non debbano restare inutilizzati nei centri: doniamoli ad altre coppie, diamo loro una possibilità di vita”.
E poi la gestazione per altri, uno dei temi più divisivi. Nel nostro Paese è considerato un reato universale, perseguibile anche all’estero. Ma in altri Paesi è legale, anche in Paesi con forti limitazioni religiose dove è vietato ricorrere per esempio alla donazione di ovociti o spermatozoi esterni alla coppia. “Negli Emirati Arabi è autorizzato per motivi medici – continua Pellicer – per le coppie sposate. Ovviamente bisogna evitare ogni commercializzazione o mercificazione della vita, ma anche in Spagna si sta cominciando a discutere di nuovo di maternità surrogata per motivi medici. E’ un tema importante”.
Così come è importante l’età di accesso alle tecniche di Pma. In Italia nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, prevedono un limite di età di 46 anni, limite contestato da molti esperti. “Già nel 2005 pubblicammo uno studio su 5000 donne – continua Pellicer – che evidenziò come a partire dai 45 anni le complicanze legate alla gravidazna aumentino. Se mi chiedono se è possibile avere un figlio a 50 anni rispondo che è possibile, ma si fa più fatica e si rischia di più. L’utero è un muscolo e non si contrae a 50 anni come fa a 35. E quindi quando vedo una donna over 45 che mi chiede un figlio io parto sempre dalle complicanze, poi possono decidere di correre un maggior rischio, ma è giusto che siano consapevoli”.
La Repubblica